Scheda film
DATA USCITA: 26 febbraio 2015
GENERE: Commedia
ANNO: 2015
REGIA: Silvio Muccino
SCENEGGIATURA: Carla Vangelista, Silvio Muccino
ATTORI: Silvio Muccino, Nicole Grimaudo, Maurizio
Mattioli, Carla Signoris, Paola Tiziana Cruciani, Luca Ward, Carlo Valli,
Gianni Ferreri, Aurora Cancian, Vitalba Andrea, Giorgia Cardaci, Bebo Storti,
Annamaria Giromella
FOTOGRAFIA: Federico Schlatter
MONTAGGIO: Luigi Mearelli
MUSICHE: Stefano Arnaldi
PRODUZIONE: Lotus Production
DISTRIBUZIONE: Medusa Film
PAESE: Italia
DURATA: 105 Min
INTRO
In
un sabato sera qualunque di un febbraio che sia avvia pigramente alla sua inevitabile conclusione,
decido di andare al cinema e godermi la visione del nuovo film di Silvio
Muccino “Le leggi del desiderio”, uscito nelle sale appena un paio di giorni
prima.
“Una divertente commedia
romantica è proprio quello che mi ci vuole in questo periodo” Mi ripeto.” Ho bisogno di ridere e sorridere, e se poi ci scappa qualche sana
riflessione, sulla natura umana e le sue contorte sfumature, penso di avere tutto da guadagnare.” Mi sembra il film
giusto.
Mi
sento già in ritardo, perché ne attendevo l’uscita da tanto tempo. Non solo
perché apprezzo Silvio Muccino. Non solo perché la storia mi incuriosisce. Non
solo perché il cast sono certa sia all’altezza delle mie aspettative. La
comicità di Maurizio Mattioli e di Carla Signoris sono una garanzia secondo me.
Ma, inutile girarci intorno, mi fiondo al cinema, soprattutto perchè la
protagonista femminile è lei, Nicole Grimaudo, la mia attrice preferita tra le
emergenti nel panorama italiano, che seguo con stima e ammirazione, da sempre. Non
solo dai tempi di "Ris" e "Medicina Generale", quando adoravo i suoi personaggi: il tenente Anna Giordano e la caposala Anna Morelli. Ma da ancora
prima, quando la vedevo per la prima volta nella serie “Questa casa non è un
albergo”, e mi dicevo, questa ragazza secondo me si farà. E poi in seguito,
quando tra varie fiction per la tv e film a grandi firme, come “Baaria” o “Mine
vaganti”, mi rendevo conto di averci visto bene, dato che Nicole stava ottenendo
continui e meritati riconoscimenti.
Ora,
finalmente, un ruolo da protagonista. “ Evviva, Nicole !” mi dico “Finalmente
avrai la consacrazione che ti meriti. E quando tutti ti esalteranno ancora più
di ora, io sarò sempre in prima fila a fare il tifo per te. Orgogliosa di
vederti salire sempre più in alto!” E di sentirmi un po’ lassù con te, come
succede a tutti i fans sfegatati che sostengono il loro beniamino fin dai primi
passi della sua carriera e continuano a farlo anche quando raggiungono i
vertici.
Mi
accomodo in platea. Niente coca cola e niente popcorn. Devo concentrarmi. E poi
sono a dieta. Rovinerei in un secondo tutti i sacrifici della settimana. No.
Non me lo posso permettere. Disattivo l’auricolare. Spengo il cellulare. Mi
tolgo il giaccone. E smetto di parlare. Tutti zitti. Il film sta per
cominciare.
Le
luci si spengono. La proiezione inizia. E dopo le prime scene, dopo il balletto
scatenato di un Muccino che mi sembra subito perfettamente credibile nel suo
personaggio, intuisco subito che il mio sabato sera sarà esattamente come me
l’ero immaginato. Rilassante e gratificante. E l’ottima colonna sonora del film
diventerà il sottofondo per un ora e mezza di sano divertimento.
LA
TRAMA E PERSONAGGI
Il
protagonista di questa storia è Giovanni Canton (Silvio Muccino), un trainer
emozionale, che nell’era del life-coaching, cerca di trasmettere al suo
pubblico la convinzione che i desideri muovono il mondo e che esistono delle le
tecniche per il raggiungimento di obiettivi sia nella sfera sentimentale che in
quella lavorativa. In un’epoca di crisi profonda, sia dal punto di vista umano
che sociale, Canton si rivolge in particolar modo a soggetti affetti da problemi di insicurezza e mancanza di
autostima. Agli impacciati e falliti di un’umanità amaramente sospesa a
mezz’aria, suddivisa tra chi emerge e chi affonda, tra chi vince e chi perde.
Così, tenta di insegnare a una folla in difficoltà, le suddette tecniche.
Cercando di convincere tutti che amore, successo e potere, si possono ottenere
se si riesce a modificare opportunamente il proprio essere e la propria realtà.
Canton
è un uomo carismatico e di successo, che tra libri e convegni, conquista un
grande pubblico ma ha anche numerosi detrattori che lo reputano un ciarlatano.
Per dimostrare a questi ultimi la veridicità ed efficacia delle sue teorie,
indice una selezione e sceglie tre soggetti sfortunati e con desideri da
realizzare, che gli faranno da cavia per sei mesi, al termine dei quali
dovranno raggiungere i propri obiettivi. L’intreccio si snoda sulle vicende di
questi tre personaggi. Insoddisfatti. Infelici. Irrisolti. Canton, in quanto
loro guida e maestro, cerca di cambiarli in tutti quegli aspetti del loro carattere
e della loro esistenza che secondo lui non funzionano e sono da ostacolo alla
loro felicità. Durante i sei mesi, però, chi risulterà essere più irrisolto
sarà proprio Canton, che terminato il periodo, subirà una trasformazione intima
ed esistenziale molto più profonda delle sue tre “cavie”.
Nicole
Grimaudo è Matilde, una ragazza
impacciata, complessata e sottomessa, amante del suo capo che la usa,
prendendosi gioco dei suoi sentimenti e facendole promesse che non ha alcuna
intenzione di mantenere. Obiettivo: vivere un amore vero e crearsi una famiglia,
magari con lui. Strategia: diventare sicura di sé nei rapporti con gli altri e
imparare a dire “no”, quando serve, per ottenerne il rispetto.
Maurizio
Mattioli è Ernesto, un sessantenne disoccupato che non confessa alla moglie paralitica di aver perso
il lavoro. Obiettivo: avere una possibilità di riscatto prima che lei se ne
accorga. Strategia: modificare il modo di presentarsi e porsi di fronte agli
altri.
Carla
Signoris è Luciana, la segretaria di un vescovo, che vive una condizione di
moglie e madre repressa, che scrive di nascosto libri erotici, celando una
natura diametralmente opposta a quella palesata. Obiettivo: pubblicare il suo
libro e diventare scrittrice di successo. Strategia: nascondere la vera identità
dietro una maschera, che la mostra al pubblico in modo differente da quello che
è nella sua quotidianità.
Durante
i sei mesi, i tre seguiranno i consigli di Canton, ma a prescindere dal
perseguimento o meno dei loro obiettivi, che ovviamente non sveliamo, non tutto
andrà a finire come il loro mentore aveva preventivato. E gli imprevisti più
sorprendenti riguarderanno proprio lui, che alla fine rimetterà in discussione
sé stesso e la propria vita.
CONCLUSIONE
Quando
iniziano a scorrere i titoli di coda, non lo nego, mi dispiace enormemente. Il
film è stato al di sopra delle aspettative. Avrei voluto non finisse più.
Perfettamente in linea con quello che mi aspetto da una commedia sentimentale,
ho riso tantissimo, sorriso serenamente , mi sono commossa di fronte ai
conflitti dell’animo e ai sentimenti e ho avuto modo di ragionare sul destino e
su come a volte quando lo vuoi manovrare lo puoi si fare agendo su te stesso e
indirizzando gli eventi dove vuoi tu, ma in certi frangenti devi sottostare
alle sue regole perché è lui che finisce per manipolare te .
Bravo Muccino,
bravo davvero. A mio parere ha centrato l’obiettivo. Oltre ad essersi calato
perfettamente nel suo personaggio, ci ha descritto in modo accattivante il
contesto del life coaching (non nego che finirò presto in libreria a comprarmi
qualche testo sull’argomento) e ci ha offerto vari spaccati di dramma
esistenziale moderno addentrandosi alla perfezione nelle dinamiche
comportamentali di chi in questa società fa fatica ad emergere. Gli interpreti
sono stati perfetti. Maurizio Mattioli, esemplare come sempre, sia nel
tratteggio comico del suo personaggio, sia nei suoi aspetti più controversi ed
amari. Carla Signoris, esilarante, briosa, divertente e tenera allo stesso
tempo, interpretando comunque un personaggio in difficoltà. Impossibile non
sostenere entrambi nella loro ricerca della felicità. Un plauso anche ai
personaggi secondari, Luca Ward e Paola Tiziana Cruciani, in primis, perfetti
nelle loro vesti.
E
sulla “mia” Nicole, che dire? semplicemente perfetta. E non perché sono di parte, sia chiaro!
Abituata a vederla più che altro in ruoli drammatici, la Grimaudo ha superato
sé stessa interpretando un personaggio simpatico e dolce al contempo,
evidenziando la sua grande espressività e capacità interpretativa, ma rivelando
altresì una notevole vena comica che a mio parere la completa in modo decisivo,
dopo aver dimostrato grandi capacità in ruoli seri e impegnati. Non ricordo di
aver riso mai tanto al cinema quanto vedendo la scena della seduzione di
Matilde, in improbabili vesti da vamp, nei
confronti del suo capo, audio guidata dal personaggio interpretato dalla
Signoris, riconosciuta esperta nel campo. E il fragore delle risate in sala conferma
che la mia opinione non è solo frutto della mia passione per l’attrice, ma un
opinione ampiamente condivisa. La sua
Matilde è quello che deve essere. Buffa.
Impacciata. Sognatrice disillusa. All’inizio, una vera e propria “frana”, prima
di evolversi a fine film. La critica l’ha definita come una sorta di “Bridget
Jones” italiana. Ed effettivamente l’idea è quella. Con la sola aggiunta, e non
è poco, che ad interpretarla, è lei. Semplicemente lei. Magistralmente, lei.
Nicole Grimaudo. E qui si. Chiedo scusa e lo ammetto: sono vergognosamente di
parte. Ma è stata stupenda. Davvero. Brava lei. E bravi tutti. Andatelo a
vedere, questo film. Non ve ne pentirete.
Il
mio sabato sera è andato alla grande. Se lo finisco a casa o in discoteca, fa
poca differenza. Ho l’animo più leggero e so che da domani avrò una nuova
chiave di lettura per indagare il mio intimo e i miei desideri. E già! I miei desideri. Forse un modo c’è,
per spingere il destino dove voglio io. Se sia una tecnica da studiare in un
libro, o un qualcosa da tirare fuori da dentro, lo scoprirò soltanto vivendo.
Ma una cosa è certa. Qualunque strada imboccherò, per far si che i miei
desideri smuovano il mondo, dovrò in ogni caso credere fermamente in quello che
sono e in quello che vorrò realizzare. Sennò non andrò da nessuna parte. E
ovunque arriverò alla fine del viaggio, solo una cosa sarà certa durante il mio
cammino. Il punto da cui sarò partita. Il punto da cui tutti dobbiamo partire.
Sempre. Noi stessi. E quindi da lì ripartirò anch’io. Da me.
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